Una piccola goccia, ma che fa la differenza in un mare di solitudine e abbandono.
L’ altro giorno percorrevo il Valão – in pratica il “lungo fogna” della Rocinha – insieme a nuovi amici italiani. Nel movimento convulso caratteristico della zona
, incrocio lo sguardo di un ragazzino in bicicletta. Gli si illumina il bel visino, si ferma e mi apostrofa “Tia Barbara sou eu, não lembra de mim? sono io non ti ricordi di me? Quando ero piccolo sono passato davanti al vostro progetto, quello lassú, e tu mi hai dato una macchinina, era verde, ti ricordi. Sono felice di rivederti”. Si allontana un paio di metri poi si gira verso di me e continua “Sai, allora io non avevo nessun giocattolo, e tu invece me ne hai dato uno, l´unico che avevo. Adesso per fortuna le cose sono cambiate, sto molto meglio e posso dare a mio figlio quello che io non ho mai avuto…..”.
E mentre il cuore ti si scioglie senti piú forte che mai la determinazione di continuare ad essere presente nel vuoto creato dall´assenza altrui, di famiglia, affetto, stato, strutture sociali, scuola, educazione, opportunitá.
Un semplice gesto, una parola gentile puó fare la differenza ed essere l´esempio positivo, l’episodio che forma o cambia una vita – almeno parzialmente – che crea memoria e la consapevolezza di non essere soli. Una piccola goccia, ma che fa la differenza in un mare di solitudine e abbandono.
Con questo aneddoto Il Sorriso vuole ringraziare tutti coloro che ci sono vicini, voi che ci seguite, ci sostenete, i giornalisti che divulgano le nostre storie mantenendo viva la realtá di favela e dei suoi abitanti.
Dal Valão, dalla Rocinha vi giunga la nostra gratitudine.
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