Il golf torna alle Olimpiadi dopo 112 anni.
Nick Faldo, golfista britannico, durante un giro di ricognizione al nuovo campo da golf di Rio ha incrociato un alligatore. C’è chi, invece, ha avvistato il serpente corallo, due metri e mezzo di lunghezza e un morso letale per l’uomo. Non mancano le civette e i capibara. Cosa sono i capibara? Hanno il musetto simpatico: sono i roditori di maggiori dimensioni attualmente esistenti.
Gli alligatori, il serpente, le civette e i capibara non sono lì per caso: il terreno scelto per il nuovo campo da golf fa parte dell’Area di Protezione Ambientale di Marapendi, un habitat costiero che ospita flora e fauna native: sono quasi 300 le specie registrate, tra cui alcune a rischio. Naturalmente, con opportuni provvedimenti legislativi si è modificata la destinazione della zona.
Eccolo, l’ennesimo scandalo dei Giochi Olimpici di Rio De Janeiro. Tra l’altro Rio, di campi da golf ne aveva già due, e avrebbe fatto tranquillamente senza il terzo. E invece.
Invece l’hanno costruito, le autorità non hanno avuto dubbi: in un’area protetta e all’interno dell’esclusivo sobborgo costiero di Barra de Tijuca, soprannominato “la Miami Beach di Rio”, una location in voga, che accoglie anche il Villaggio Olimpico. Costo totale del progetto del Campo Olimpico de Golfe, quasi 17 miliardi di euro. Dimensioni, 970 000 metri quadrati.
Il biologo Marcello Mello dall’inizio ha fortemente criticato il progetto, etichettandolo “crimine ambientalista”: “La piana sabbiosa fa parte della Foresta Atlantica, che è patrimonio culturale dell’Unesco ed è una dei biomi più minacciati al mondo: è uno scandalo”. Ma le proteste degli ambientalisti non sono servite a nulla, e nemmeno quelle degli attivisti del gruppo “Golf for Who?”: il 22 novembre 2015 il sindaco di Rio Eduardo Paes ha ufficialmente inaugurato il campo da golf alla presenza del Presidente del Comitato Olimpico, il brasiliano Carlos Arthur Nuzman. Paes ha colto l’occasione per rispondere alle critiche – a suo dire infondate – sul progetto: “Costruendo il campo da golf abbiamo fatto dei cambiamenti, ma abbiamo bonificato parte di quell’area degradata, incrementando la vegetazione della spiaggia”.
Parole che, come prevedibile, non hanno convinto i contrari al progetto, che hanno ribadito come i campi da golf, da sempre, non hanno la reputazione di essere “eco-friendly”, tra erba invasiva, pesticidi, diserbanti e fertilizzanti chimici. Ma gli organizzatori dei Giochi hanno negato qualsiasi irregolarità. Anzi: dopo le Olimpiadi, un ente pubblico sarà responsabile del campo da golf per la durata di 20 anni. La capacità del complesso è di 15 000 spettatori. Secondo il sindaco di Rio, lo scopo del progetto è di rendere popolare e incoraggiare la pratica del golf nella città.
Scrive sul suo profilo Facebook Paolo Taragna, che a Rio vive nella favela di Cantagalo: “Oltre alla possibilità di costruire il nuovo campo da golf si è concessa la possibilità a un imprenditore privato il pieno diritto di costruire 23 nuovi condomini di lusso di 22 piani ciascuno in quella che è considerata una delle regioni più appetibili in termini immobiliari. Ogni edificio sarà servito da sei ascensori. Un appartamento costerà 16 milioni di reals (4.500.000 euro), avrà una superficie di 1308 m2, due camere per i domestici e una stanza più grande per la governante. Come dice Cyrela, l’imprenditore privato di cui sopra, ‘Qui voi e la natura vivete insieme, in perfetta armonia’. Una casa in una favela occupa meno di 80 metri quadrati”.
E mentre lo scrive, fotografa la fogne a cielo aperto del Complexo del Maré, sapientemente nascoste dietro ad apparenti pannelli antirumore, così che i turisti che arrivano in città dall’aeroporto Galeao non si accorgano di nulla. Il Brasile – e i Giochi – dei paradossi e degli esclusi.
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