Nel paese che ha scelto di investire miliardi negli stadi della coppa del mondo, 77 milioni di persone non hanno un accesso regolare all’acqua ed 8 milioni sono costrette a fare i loro bisogni all’aria aperta.
Un’indagine realizzata dalle Nazioni Unite (ONU) indica che 77 milioni di brasiliani non hanno accesso a una fornitura idrica regolare e di qualità. Sempre secondo i dati, in Brasile 8 milioni di persone sono ancora costrette a fare i loro bisogni all’aria aperta.
L’allarme è stato dato da Catarina de Albuquerque, relatrice delle Nazioni Unite responsabile del rapporto, in un’intervista rilasciata al giornale “Estado de S. Paulo”.
La Albuquerque chiarisce che la crescita dell’economia brasiliana non ha portato a un miglioramento nel settore igienico-sanitario e di approvvigionamento idrico: “Negli ultimi anni, il Brasile ha registrato un significativo sviluppo, con crescita economica e miglioramento degli indicatori sociali. Ma questi miglioramenti non hanno trovato riscontro nei servizi idrici e igienico-sanitari “.
Il rapporto rivela, inoltre, che le differenze regionali sono profonde. Nel Nord, il 31% della popolazione vive “senza un adeguato approvvigionamento d’acqua.” Nel Nord-Est, il numero scende al 21,5%.
Secondo l’analisi, la situazione è peggiore nelle favelas e nelle aree rurali. “Il diritto all’acqua non può essere negato a nessuno sulla base dello status giuridico delle loro abitazioni”, dice.
Il problema è direttamente legato al reddito degli abitanti di una certa area. “Nei luoghi dove la popolazione guadagna un quarto di un salario minimo, il deficit idrico è del 35%”, puntualizza l’ONU.
Come alternativa, l’organizzazione suggerisce la fissazione di un tetto per il prezzo dell’acqua. Secondo gli standard internazionali, la spesa per fornitura non può rappresentare più del 5% del bilancio familiare. In Brasile, la Albuquerque ha rilevato che alcune famiglie destinavano fino al 25% del loro reddito mensile ai servizi idrici e igienico-sanitari.
Il sondaggio indica anche che il governo federale ha bisogno di cambiare il suo atteggiamento e rivedere i propri obiettivi , compreso il Piano Nazionale Igienico-Sanitario. “Il Piano non ha come obiettivo una copertura universale, lasciando l’1% della popolazione senza accesso all’acqua e l’8% senza infrastrutture igienico-sanitarie,” espone.
Inoltre, l’ONU suggerisce che sia fatto un emendamento alla Costituzione per trasformare il diritto all’acqua in una garanzia costituzionale.
Il Sorriso dei miei Bimbi, da oltre 12 anni nella favela Rocinha, vive ogni giorno il disagio della mancanza d´acqua, di condizioni idrico-sanitarie inaccettabili, di quotidiane difficoltá nello svolgimento delle proprie attivitá (i progetti del Sorriso non possono funzionare senz´acqua!) e denuncia la scarsa attenzione delle autoritá competenti in materia.
Barbara Olivi, fondatrice e presidente Onlus, insiste sulla necessitá di sostenere un popolo che soffre e che, nonostante tutto, celebra la vita nella sua infinita bellezza.
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