Siamo alle porte dell´evento sportivo piú atteso dell´anno, la “Copa do Mundo”: come forse ormai tutti sanno, la situazione a Rio de Janeiro è piuttosto tesa.
La polizia militare, il Bope (battaglioni speciali) e l’UPP (Unità di Polizia Pacificadora) stanno “preparando il terreno” all’ingresso nelle favelas dei militari federali. Il motivo ufficiale è il dilagare della violenza e del narcotraffico, ma anche il tentativo di rendere le città più sicure per la Coppa.
Il calcio è per il Brasile un fatto culturale, presente con tutta la sua forza e bellezza nell’immaginario collettivo del popolo brasiliano, che attraverso questo sport ha acquistato protagonismo e autostima.
Il Sorriso dei miei Bimbi non é contro la Coppa del Mondo, figuriamoci! Naturalmente é contro la manipolazione, lo sfruttamento e la corruzione che fanno dei mondiali soprattutto un evento di business che aumenta povertà ed esclusione.
Il primo scandalo é il costo di questo fenomeno: sappiamo che il costo dei 12 stadi è aumentato in 6 anni del 263% sulla spesa prevista. Da 2.2 a circa 10.5 miliardi e non sono ancora terminati i lavori!
Questi Mondiali saranno i più cari rispetto a quelli realizzati in altre nazioni: la Germania ha speso per 12 stadi 3,6 miliardi, il Brasile tre volte di più.
Inoltre, le migliorie sono per i ricchi ed i turisti: la nostra gente non potrá neppure participare ai giochi. I prezzi dei biglietti sono giá altissimi, ma gli speculatori comprano tutto per rivendere a cifre sbalorditive! E poi ci sono tante di quelle contraddizioni! Una su tutte: per comprare i biglietti si deve accedere a internet, mentre in Brasile ci sono ancora milioni di analfabeti.
E se ció non bastesse, oltre 170mila poveri sono giá stati sfrattati per lasciare spazio alla costruzione degli stadi, senza nessun supporto logistico ed abitativo.
Per queste ragioni e per l´ideale profondo che caratterizza la mission della piccola Onlus fondata da Barbara Olivi, vorremmo condividere il bellissimo documentario del giornalista danese Mikkel Keldorf, che racconta con estrema chiarezza il dramma dei costi sociali ed umani della Coppa del Mondo – Fifa 2014.
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