Viva la Rocinha! Nuovo sito dedicato alla nostra “Comunidade”

Ha appena fatto il suo debutto online Memoria Rocinha, un sito interamente dedicato alla Rocinha, lanciato dall’Instituto Moreira Salles, una delle più interessanti e attive associazioni culturali brasiliane, partner anche del Sorriso dei miei bimbi, che si dedica alla preservazione delle radici e delle tradizioni del Paese. E’ in questa linea che si colloca anche il nuovo portale, che vuole riscattare la memoria della favela più grande del Sudamerica e raccontarla al di là di stereotipi e pregiudizi, per quello che è realmente, ovvero un quartiere di Rio de Janeiro e una comunità di lavoratori, studenti, madri e padri di famiglia, cittadini anziani.

Il sito, multimediale e ricco di contributi fotografici e video, si presta a una navigazione libera e consente di muoversi a partire da molti punti di vista.

Storico, per esempio, perché, in un cammino a ritroso, ci porta fino alla fondazione di Rio de Janeiro e alla nascita, piuttosto oscura, dei primi insediamenti sui quali si è sviluppata in seguito la “comunidade”.

Navigando si attraversano le decadi del 1900 e si arriva fino a oggi, per esempio a episodi di cronaca come la recente occupazione militare di Rocinha. Un’ altra prospettiva che si può scegliere collegandosi al sito è quella sociale, che ricostruisce le conquiste ottenute dagli abitanti di un quartiere disagiato, e le molte lotte per il diritto a condizioni abitative decenti e all’istruzione per tutti.

In questo ambito è davvero toccante la testimonianza della “moradora”   Francisca Elisa Medeiros Pirosi che, dai primi anni 80, è diventata un punto di riferimento nella lotta per l’alfabetizzazione dei bambini e dei giovani di Rocinha che la scuola pubblica brasiliana non è stata in grado di accogliere.

In un video, realizzato dall’associazione Vila Favela, dona Francisca, di origine sertaneja, nata nel Rio Grande do Norte, racconta la sua vita, da quando a 17 anni, dopo aver imparato a leggere grazie a una sorella, l’unica di 19 figli mandata dal padre a scuola, parte per andare a cercare un lavoro a Rio.

Qui viene assunta come sarta e in breve tempo si appassiona al lavoro, diventando stilista e lavorando nell’ alta sartoria. Contemporaneamente si stabilisce a Rocinha, da sempre il suo domicilio carioca (ricorda ancora di un tempo in cui «le case non erano ancora così appiccicate l’una all’altra») e qui nel 1974 comincia a sviluppare la coscienza sociale che la porta, da pioniera, a occuparsi dell’alfabetizzazione dei bambini del “morro”.

Un progetto che non ha mai più abbandonato e a cui si è dedicata con tutta se stessa, insieme a un movimento di lotta che riuniva altre donne, riuscendo perfino a diventare professoressa e andando instancabilmente porta a porta a spiegare ai genitori quanto fosse importante che i figli avessero un’ istruzione.

«Cominciai a dire che le cose dovevano cambiare, che la gente di qui doveva studiare. Non accetto che, in piena zona sud, le persone non sviluppino il loro potenziale». Un lavoro di educazione quello di Francisca, simile a quello che anche la nostra associazione porta avanti da molti anni e che rappresenta lo strumento fondamentale contro discriminazione e pregiudizi.


Proprio per questo il nuovo sito dedicato a Rocinha – che è un laboratorio in divenire e aperto ai “moradores” e raccoglie foto, video, storie, testimonianze, mappe – è tanto importante.

L’idea è dare voce a una Comunità che da anni lotta contro lo stigma della violenza e della disuguaglianza sociale e aiutarla a inserirsi nel contesto urbano, nella vita politica e nella storia della città.

Realizzato in portoghese, il portale offre anche chi non conosce la lingua (e magari non è ancora venuto a trovarci a Rocinha), la possibilità di un viaggio virtuale in favela. Per un tour fotografico, c’è infatti una meravigliosa galleria di immagini, realizzata grazie al ricco archivio dell’ Instituto Moreira Salles, mentre la sezione “Pontos de vista” offre un video (con sottotitoli in inglese) con le testimonianze di molti abitanti, dal quale cominciare a farsi un’idea della nostra “comunidade”. Buona passeggiata!

 

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