In difesa degli indios Guarani-Kaiowa

Un film, che sarà presto visibile anche online, racconta la lotta decennale degli indios del Mato Grosso do Sul.

 

 

 

 

 

 

Sono molte le minoranze in Brasile. Tra queste, gli indios. E tra gli indios, i Guarani-Kaiowa, popolo del Mato Grosso do Sul vittima di persecuzioni e sterminio. Uscirà tra un paio di mesi in Brasile – prima al cinema, ma poi anche in tv, nelle scuole, nelle “comunidades”, negli spazi pubblici, su internet – il documentario “Martírio”, a loro dedicato.

L’idea degli autori, Vincent Carelli, Ernesto de Carvalho e Tita, è renderlo accessibile liberamente: un gesto politico per permettere alle persone di informarsi di prima mano, senza il filtro dei media ufficiali brasiliani, accusati di disinformazione, soprattutto sulle questioni che riguardano le minoranze. “Martírio” è il secondo film di una trilogia a cura di Vincet Carelli, indigenista, regista e creatore del progetto “Video nas Aldeias”, che da molto tempo mette telecamere e cineprese a disposizione degli stessi indios, in modo che, invece di essere solo filmati, guardati, studiati, analizzati, siano loro a filmare e quindi parlare della propria vita, del proprio popolo, delle proprie terre.

I Guarani-Kaiowa sono un caso di resistenza estrema in Brasile, da decenni sotto assedio, vittime di attacchi da parte dei fazendeiros e delle loro milizie armate; di espropri, espulsioni, deportazioni, assassinii. Sono, dice Ernesto de Carvalho, “la Palestina brasiliana”, la cui più grande disgrazia è essersi trovati tra le grinfie rapaci dell’ “agronegócio”, l’agrobusiness, l’agricoltura su scala industriale brasiliana, che in questi ultimi decenni è stata uno dei capisaldi dello sviluppo economico del Paese.

Uno sviluppo tutt’altro che innocente, anzi una vera guerra, se guardato con gli occhi degli indios, in cui il Mato Grosso, una terra verde e florida è stata trasformata in un deserto – un deserto di soia e mais transgenici – grazie alla connivenza tra vecchi proprietari terrieri, polizia e politici.

Il film ricostruisce le tappe di questa guerra, partendo dalla realtà di frontiera del Mato Grosso e arrivando fino a Brasilia, nel cuore del potere. Lo fa mostrandoci sempre il punto di vista dei Guarani-Kaiowa, la ricchezza della loro visione della realtà, l’inaccettabile enormità delle loro perdite.

 

 

 

 

 

Carelli e i suoi colleghi vogliono mostrare, prima di tutto ai loro connazionali, come anche i bianchi privilegiati possano sovvertire la loro posizione di colonizzatori e cambiare lato, impegnandosi in un movimento di de-colonizzazione che lotta per la libertà dei popoli indigeni. Con la loro capacità di indignarsi, vogliono dirci che la colonizzazione è un processo contemporaneo, che continua ogni giorno. Ha altri nomi – progresso tecnologico, per esempio – ma è tuttora in corso.

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