Il Sorriso e Access Consciousness

Cosa sono i Bars? E Access Consciousness?

E cosa c´entrano con Il Sorriso dei miei Bimbi e la Rocinha?

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Ci sono 32 “barre” di energia che scorrono attraverso ed intorno alla testa: immagazinano tutti i componenti elettromagnetici di ogni pensiero, idea, attitudine, decisione e credenza che hai ed hai avuto su ogni cosa. Ci sono barre per Guarigione, Corpo, Consapevolezza, Creatività, Potere, Invecchiamento, Sesso, Soldi, giusto per nominarne alcune.

Ogni pensiero, idea, attitudine, decisione e credenza che hai fissato in posizione, solidifica l’energia e limita – a quella parte della tua vita – la capacità di essere generativo in quell’area, affinché si mostri nella tua vita con facilità, qualcosa di diverso.

Toccando con leggerezza questi punti sulla testa, la carica elettromagnetica viene sciolta e le barriere energetiche si dissolvono.

Qualche mese fa, proprio perché l´universo cospira per aggradarci, abbiamo accolto in Rocinha Francesca Mercurio, che assieme al marito ha deciso di intraprendere un´esperienza di volontariato con Il Sorriso dei miei Bimbi.

Vi proponiamo l´emozionante racconto di Francesca (Operatrice Bars), offertasi di sperimentare le tecniche dei Bars su alcuni colleghi dello staff e su un bambino molto speciale.

Per informazioni sul tema: Nicoletta Seeber 

nicsee@inwind.it
www.nicolettaseeber.eu

Dr. Fanning, neuroscienziato:

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“Chi andrà a far scorrere i Bars in Rocinha?” si è chiesta qualche anno fa Nicoletta (Nicoletta Seeber, Facilitatrice Certificata di Access Consciousness in Italia, ndr).

Per una scelta maturata in dieci secondi, questa estate sono partita per un viaggio “nell’umano”. Sono andata in Rocinha per cooperare come volontaria con la Onlus “Il Sorriso dei miei Bimbi”.

Per uno strano caso di destini incrociati ho scoperto che Barbara Pascali (responsabile comunicazione) è amica di Nicoletta;  Barbara mi ha chiesto se volevo regalare dei trattamenti Bars, ed io ho naturalmente accettato di buon grado.

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Nel Garagem das Letras un gruppetto di bambini tra i sei e i nove anni, come api attratte dal miele, quotidianamente bussa, entra, gioca, occupa quello spazio carico di energia e di gentilezza.

Tra loro Manoel, il più vivace ed inquieto di tutti, con le gambine, le braccia e il viso spesso rigati di nero, è stato il primo bambino della favela che ha ricevuto il trattamento.

Era solo quella sera, gli amichetti se ne erano già andati… Davanti al computer, sulla sedia, si dondola in continuazione, gira la testa, si guarda intorno. Spesso la fragilità si veste di agitazione, per coprirla e nasconderla. “Voglio regalargli un po’ di tranquillità”, penso. “Manoel, vuoi un massaggino rilassante?”, chiedo. E lui: “Sim!”.

Chiusa la porta a vetri del locale per attutire il rombo delle moto, col buio che cominciava a calare, tra la meraviglia dei presenti -Alessandra, Carlo, Viola, Lucio, già tutti trattati (staff del Sorriso, ndr) – Manoel si stende sul divanetto rosso, si affida, completamente abbandonato. Dolce.

Sotto il tocco leggero il corpo trova pace.

“Non riuscirà a stare fermo che per pochi minuti” era il pensiero che aleggiava nell’aria. E invece Manoel, profondamente rilassato, è rimasto immobile per tutto il tempo.

E oltre… parecchio oltre.

Sguardi meravigliati e sorridenti, voci basse per non disturbarlo. Poi Manoel si dà dei piccoli buffetti sulle guance, seguiti da grandi sbadigli e stiramenti di braccia e gambe, lo sguardo sereno. Si guarda intorno, si alza e con calma torna al computer.

Carlo va a comprare delle fette di torta al cocco e al cioccolato nel negozietto di Paula, appena dietro l’angolo. Nell’aria calma della sera tutti quanti ci sediamo intorno al tavolino bianco e condividiamo la dolcezza del momento, l’ ultimo. Domani parto.

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